Accompagnati da relatori d'eccezione, l’8 aprile analizzeremo i recenti sviluppi del crowdfunding in Italia, cercheremo di capire come e perché sia uno strumento utile allo sviluppo del terzo settore, ascolteremo casi studio ed esperienze dalla viva voce di professionisti del mondo non profit. Di seguito puoi scoprire una breve anteprima dei loro contributi.
Agnese Agrizzi - Founder & CEO di Ginger Crowdfunding
Moderatrice del dibattito
Paolo Venturi - Direttore di AICCON & The FundRaising School
La valenza “emergentista” del crowdfunding per il Terzo Settore
L'intervento vuole riflettere sulla capacità del crowdfunding di alimentare e stimolare processi trasformativi e di innovazione sociale attraverso il protagonismo delle organizzazioni del terzo settore. Le esperienze degli ultimi anni hanno evidenziato il valore di questo strumento non solo per il contributo che conferisce alla sostenibilità dei progetti, ma anche per la capacità d’innescare processi di change-management e d’impatto sociale.
Luca Borneo - Responsabile della piattaforma Ideaginger.it
In che modo, e con quali risultati, il gestore di una piattaforma di crowdfunding può lavorare per consolidare la cultura della raccolta fondi online
Gestire una piattaforma di raccolta fondi come mera erogazione di un servizio tecnico è solo uno dei modi di approcciarsi al lavoro nel settore del crowdfunding, il più limitato. Da una differente prospettiva infatti una piattaforma di crowdfunding ha l’opportunità di porsi come punto di riferimento per tutti gli stakeholder coinvolti nel processo di raccolta fondi online.
Partendo dall’esperienza professionale sviluppata da Ginger, approfondiremo come il gestore di una piattaforma di crowdfunding possa diventare partner di ogni progettista, promuovendo conoscenza e condividendo il rischio di insuccesso. Ma anche primo alleato di tutte le realtà, pubbliche e private, che vogliano utilizzare il crowdfunding per sostenere il terzo settore, e interlocutore a cui tutti i donatori possono rivolgersi.
Nel corso dell’intervento rifletteremo quindi su come lavorare per costruire una sana e forte cultura del crowdfunding significhi rendere ancor più sana e forte la cultura del fundraising.
Stefano Arduini - Direttore di Vita.it & Vita magazine
Separare il grano dal loglio
Le piattaforme di crowdfunding possono e sempre di più in futuro potranno costituire uno strumento importante di raccolta fondi per le organizzazioni sociali del Terzo settore. Soggetti che per vocazione e statuto operano per il bene comune e l’interesse generale.
L’ingresso sul mercato della raccolta fondi di queste piattaforme ha allargato la domanda, ovvero la platea di chi chiede di accedervi per proporre una raccolta fondi, ben oltre il tradizionale perimetro dei soggetti del Terzo settore.
Oggi, senza violare alcuna norma, di fatto chiunque può chiedere denaro sul web in modo semplice e non mediato, proponendo un obiettivo più o meno personale senza che sia verificata la veridicità delle argomentazioni usate per la call to action.
Questo fenomeno tende ad allineare sul medesimo piano raccolte fondi che hanno natura molto diversa, come quelle proposte da singoli individui e quelle proposte da enti credibili e certificati. Le conseguenze di “scandali” o “casi mediatici” che possano derivare da un uso poco disciplinato di questi strumenti rischiano di rendere poco credibili le raccolte fondi in quanto tali, arrecando grave danno alle organizzazioni del Terzo settore che vivono grazie alle solidarietà dei donatori. Occorre quindi che le piattaforme si attrezzino per distinguere ciò che è per natura diverso.
Ivana Pais - Professoressa di Sociologia Economica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore
Il crowdfunding: un'innovazione socio-economica avvenuta durante l'emergenza pandemica
Durante l’emergenza pandemica il crowdfunding donation-based ha rappresentato un canale per rispondere alle esigenze delle strutture sanitarie e, lato donatori, per mettere in atto una capacità di azione in quella fase fortemente compromessa dai vincoli esterni. L’Italia è il paese che, più di altri, ha attivato questo canale. Si è trattato di una sperimentazione su larga scala di un’innovazione socio-economica che ha visto l’emergere di nuovi attori (i “solo fundraiser”), ha richiesto alle strutture sanitarie di ridefinire i propri processi di raccolta fondi, determinando meccanismi di innovazione nati “dal bisogno” e ha portato a un ripensamento delle logiche di accountability. Durante l’intervento si presenterà un’analisi dell’eredità di queste esperienze e si rifletterà sulle possibili traiettorie future.
Daniele Ravaglia - Direttore Generale Emil Banca
Investire nel terzo settore con il crowdfunding
Emil Banca è stata la prima banca del territorio a credere nella cultura del crowdfunding: la prima campagna di crowdfunding sostenuta e pubblicata su Ideaginger.it risale al 2015.
Nello specifico, Emil Banca promuove un approccio professionale alla raccolta fondi digitale, investendo molto sulla formazione come elemento imprescindibile per migliorare l’approccio delle realtà del terzo settore verso la raccolta fondi..
Il primo passo è sempre stato quello di offrire agli enti no profit l’opportunità di conoscere lo strumento e imparare a sviluppare un progetto efficace, grazie anche al supporto e alla professionalità di Ginger Crowdfunding. Per noi un terzo settore forte e pronto ad affrontare le sfide del momento è rappresentativo di un territorio più ricco, coeso e attento alle esigenze di tutti. Ad oggi sono oltre 100 le campagne pubblicate su Ideaginger.it grazie al contributo della banca, tutte con un tasso di successo del 100%. I risultati del lavoro svolto finora sono indicativi di quanto il crowdfunding rappresenti un’occasione per reperire fondi, ma soprattutto per misurarsi con il territorio, per crescere incentivando l’uso di nuove competenze digitali e sollecitando la partecipazione della comunità. Emil Banca vuole continuare ad investire in questo strumento di finanza alternativa per offrire ad una platea sempre più ampia di realtà la possibilità di realizzare tante campagne di raccolta fondi di successo.
Natascia Astolfi - Consulente di fundraising & Responsabile Astolfi 15.70
Il crowdfunding come porta d’entrata al fundraising: case studies
Il crowdfunding può essere considerato un test di processo del fundraising?
Possiamo reputarlo un “apri pista” per valutare le potenzialità che un’organizzazione ha di innestare in modo efficace un processo di fundraising al proprio interno?
L’esperienza fatta in questi anni, ci fa rispondere in modo affermativo a queste domande.
Perché il crowdfunding “stressa” l’organizzazione, in un tempo relativamente breve, su alcuni elementi chiave per l’intero percorso di fundraising: la bontà e concretezza di una buona causa, l’esistenza di una community attiva, la capacità di mettere in campo una comunicazione multi canale e multi target, la “tenuta” organizzativa, la ricerca ed il coinvolgimento di alleati – dalla governance, ai volontari - il donor care e la fidelizzazione dei donatori. Il crowdfunding “costringe” l’organizzazione a verificare e a mettere in campo tutto questo. Difficile? Sicuramente si. Una campagna di crowdfunding concepita come una porta di accesso al fundraising non si può improvvisare. Ma l’esperienza mostra che, terminata una campagna di crowdfunding, ciò che resta all’organizzazione non sono solo i fondi raccolti. Resta il metodo acquisito che, dal giorno dopo può essere ripetuto su ogni altra strategia. Ma ancor più importante, rimangono i donatori che si sono attivati, che si sono sentiti coinvolti con un progetto, che si sono sentiti alleati in una sfida, che sono stati ringraziati e ai quali è stato restituito il valore di quello che insieme si è costruito.
In ultimo, ma non ultimo per importanza, il crowdfunding realizza un vero e proprio passaggio culturale all’interno delle organizzazioni. Abbassa le resistenze interne al “chiedere”. Facilita l’organizzazione ad esplicitare un bisogno, a comunicarlo in modo semplice e sincero. Il chiedere smette di essere segno di debolezza e diventa improvvisamente un gesto autentico di corresponsabilità su un obiettivo ed una sfida comune. Passaggi culturali impercettibili, ma che nel lungo periodo lasciano il segno.
Stefano Vezzani - Direttore Fondazione Policlinico Sant'Orsola Onlus
Il crowdfunding in ambito sanitario durante e dopo la pandemia
In che modo gli operatori della sanità possono sfruttare le opportunità del crowdfunding e quali sono state le strategie operative attuate negli ultimi anni da Fondazione Policlinico Sant’Orsola? L’intervento approfondirà come il crowdfunding possa essere utilizzato per rispondere tempestivamente alle sfide lanciate dall’emergenza sanitaria, sostenere la ricerca scientifica e investire a lungo termine nella crescita delle organizzazioni non profit che quotidianamente supportano il servizio sanitario.